11/02/2025 - 11/02/2028
I recenti dati sull’economia italiana hanno riportato con enfasi che il turismo ha superato il 10% del PIL. Un dato senza dubbio significativo, ma che merita una riflessione più profonda.
Chi scrive opera nel turismo e non può certo parlarne male.
Tuttavia, se vogliamo guardare allo sviluppo economico nel suo complesso, è fondamentale evitare facili entusiasmi e analizzare la realtà con lucidità.
Il turismo è un settore strategico per l’Italia, ma presenta problemi strutturali evidenti: bassa produttività del lavoro, bassi salari e forte stagionalità.
Questa condizione lo rende un settore fortemente dipendente da varie forme di sostegno pubblico, dagli ammortizzatori sociali alle agevolazioni fiscali per imprese e lavoratori. Se da un lato il turismo offre un numero elevato di posti di lavoro, dall’altro la qualità di questi impieghi è spesso precaria e poco qualificata, con una prevalenza di operai e manodopera non specializzata.
Affidarsi troppo al turismo come motore economico è una caratteristica tipica delle economie arretrate, che sfruttano le proprie risorse naturali senza sviluppare settori a più alto valore aggiunto.
Una nazione economicamente forte investe in industria, manifattura, economia digitale, innovazione tecnologica e militare, ricerca scientifica, servizi finanziari e tecnologici. Sono questi i settori che creano crescita sostenibile, benessere diffuso e lavoro qualificato.
Paradossalmente, proprio lo sviluppo industriale e tecnologico è un traino per il turismo. Una nazione ricca e innovativa è in grado di attrarre visitatori con un’offerta di qualità, infrastrutture moderne e servizi di alto livello. Pensiamo a città come Londra, New York o Tokyo: il loro successo turistico non è dovuto solo alla storia o alla cultura, ma alla loro forza economica e innovativa.
L’Italia non può accontentarsi di superare il 10% del PIL grazie al turismo. Questo non è un segnale di progresso, ma un campanello d’allarme sulla fragilità del nostro modello economico.
Se vogliamo un futuro di crescita sostenibile, dobbiamo guardare oltre la rendita turistica e investire seriamente nei settori che costruiscono una vera potenza economica.
Roberto Necci
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