07/10/2024 - 07/10/2026
Mi trovo spesso nel centro storico di Roma, e ogni volta assisto a scene che mi lasciano sempre più perplesso.
Quella che una volta era una delle città più affascinanti del mondo sembra oggi ridotta ad una grande trattoria a cielo aperto.
Vedo sempre file di persone davanti a sedicenti trattorie impazienti di assaggiare piatti che di romano, spesso, hanno solo il nome.
Una carbonara, una cacio e pepe con una qualità discutibile, servite su tavolini che occupano ogni centimetro di marciapiede.
Non vi è più alcun rispetto per la tradizione e la qualità che un tempo facevano della cucina romana una delle più apprezzate al mondo.
Passeggiare per le vie di Roma oggi significa anche essere travolti da una marea di souvenir kitsch e oggetti di paccottiglia orientale.
I negozi storici, che un tempo vendevano prodotti legati alla tradizione, sono scomparsi, rimpiazzati da attività che esistono solo per il turismo di massa.
È sconfortante vedere come molti di questi nuovi negozi vendano articoli completamente privi di legame con la storia e la cultura romana, contribuendo a un'erosione dell'identità stessa della città.
Ciò che mi colpisce maggiormente è il contrasto tra la grandiosità dei palazzi storici e ciò che vi si trova all'interno.
Edifici che un tempo erano simbolo di grandezza e cultura, ora ospitano negozi alimentari che diffondono odori di spezie lontane, in un contesto che appare completamente fuori luogo.
Roma sembra trasformata in una giostra di esperienze mordi e fuggi, dove ciò che conta è solo il consumo immediato.
Non è solo un problema di Roma, certo. Il turismo di massa ha cambiato profondamente il volto di questi luoghi, e il desiderio di capitalizzare ogni singolo spazio ha portato a una perdita di autenticità.
Ma a Roma, questa trasformazione mi sembra particolarmente preoccupante. La città, un tempo fulcro di cultura e innovazione, sembra essere diventata una caricatura di sé stessa, esibendo una romanità di facciata che ha poco a che fare con la vera essenza della sua storia.
Quello che mi chiedo è: come siamo arrivati a questo punto? Come è possibile che Roma, una delle città più ricche di storia al mondo, sia stata ridotta a una vetrina di superficialità e consumismo?
Roma non è, e non dovrebbe mai diventare, solo una destinazione culinaria o un parco a tema.
Il suo valore è nella sua storia, nella sua cultura, nelle sue tradizioni.
Dobbiamo trovare il modo di preservare questi aspetti, di valorizzarli senza snaturarli. Altrimenti, rischiamo di perdere ciò che rende Roma unica, sacrificandola sull'altare del turismo di massa e del guadagno a breve termine.
Cosa è successo a Roma? È una domanda che continuo a pormi. Mi auguro che, riflettendo su queste trasformazioni, possiamo trovare il modo di salvaguardare il vero spirito della città, quello che l’ha resa, e dovrebbe continuare a renderla, una delle capitali culturali più importanti del mondo.
Roberto Necci
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