06/10/2024 - 06/10/2026
Come riportato da L'Espresso a firma di Laura della Pasqua, il ritorno al "posto fisso" sta guadagnando sempre più terreno tra gli italiani, con due milioni di persone che dall'inizio dell'anno hanno risposto a bandi della Pubblica Amministrazione. La ricerca di sicurezza, stabilità e un impiego che offra spazio per la vita personale ha spinto moltissimi a scegliere il lavoro pubblico, specie a livello locale, in controtendenza rispetto agli anni passati.
Tuttavia, questa crescente preferenza per il posto fisso non può essere osservata senza una critica più ampia al suo impatto sulla società e sull’economia. Se da un lato garantisce stabilità e sicurezza personale, dall’altro rischia di inibire la dinamicità economica e produttiva del Paese. Il ritorno massiccio al lavoro sicuro, privo di grandi prospettive di carriera, può soffocare lo spirito imprenditoriale che è stato uno dei motori principali della crescita economica e dell’innovazione. L'arte di fare impresa, di rischiare, di innovare per creare nuovi mercati e opportunità, viene soffocata in un sistema che privilegia la sicurezza sopra ogni cosa.
In un periodo in cui l’Italia avrebbe bisogno di una spinta verso l’innovazione, di giovani disposti a mettersi in gioco e a creare nuove realtà imprenditoriali, questa ricerca del posto fisso sembra un passo indietro. Il mercato globale richiede flessibilità, dinamismo e una costante capacità di adattamento, mentre il posto fisso incarna una staticità che, per quanto rassicurante, non contribuisce alla crescita della produttività e della competitività del Paese.
Inoltre, un eccessivo orientamento verso il lavoro pubblico può creare squilibri nel mercato del lavoro privato, dove l’assunzione di rischi e la ricerca di efficienza sono necessarie per competere a livello internazionale. Se la maggioranza dei giovani preferisce la sicurezza di un impiego pubblico con basse aspettative di carriera, chi si occuperà di far crescere l’imprenditoria e l’innovazione? Si corre il rischio che l’Italia, già afflitta da una bassa produttività e da una crescita economica stagnante, possa rimanere ulteriormente indietro rispetto ad altri Paesi europei più orientati all'innovazione e alla flessibilità.
Il posto fisso, dunque, pur essendo una risposta comprensibile alle incertezze post-pandemiche, non può diventare l’unica via per il futuro. C’è bisogno di un equilibrio tra sicurezza e ambizione, tra il desiderio di stabilità e la capacità di mettersi in gioco. Altrimenti, si rischia di creare una generazione che rinuncia a crescere e a fare impresa, abbandonando la sfida dell'innovazione per rifugiarsi nella comodità di un sistema statico, e questo potrebbe pesare gravemente sul futuro del Paese.