16/09/2024 - 16/09/2026
Nel settore alberghiero, la convivenza tra più generazioni all'interno dello stesso ambiente di lavoro rappresenta una sfida ma anche un'opportunità molto importante.
In particolare, con l'inserimento della Generazione Z negli staff, si rende necessario rivedere i modelli organizzativi e comunicativi tradizionali per rispondere efficacemente alle loro aspettative e necessità, senza trascurare quelle delle generazioni più mature, come i Baby Boomers o la Generazione X.
Prendendo spunto dagli argomenti riportati anche nei ultimi lavori di Manageritalia, vediamo come alcuni comportamenti, come il c.d. micromanagement, possano avere impatti profondamente negativi nel contesto alberghiero, specialmente quando non si trovano le giuste leve per integrare le differenze generazionali.
1. Creatività e innovazione soffocate
Nell’ambito alberghiero, l'innovazione e la creatività sono fattori chiave per distinguersi e offrire esperienze uniche agli ospiti. Tuttavia, un management troppo invasivo può soffocare l'iniziativa dei giovani collaboratori. La Generazione Z, infatti, desidera libertà di sperimentare nuove idee, contribuendo così allo sviluppo di soluzioni innovative, ad esempio nel miglioramento del servizio clienti o nell'introduzione di nuovi strumenti digitali. Lasciare più autonomia ai giovani lavoratori può tradursi in un miglioramento complessivo delle prestazioni dell'hotel, soprattutto in un settore dove l'innovazione è fondamentale per rimanere competitivi.
2. Motivazione e impegno
Un ambiente in cui i manager controllano ogni dettaglio porta i giovani a sentirsi demotivati. Nel comparto alberghiero, dove il lavoro di squadra e la cooperazione sono centrali, una diminuzione della motivazione può avere effetti devastanti su produttività e qualità del servizio. Le giovani generazioni, in particolare, hanno bisogno di sentirsi valorizzate e apprezzate per le loro competenze e idee. Un approccio eccessivamente invasivo potrebbe essere percepito come una mancanza di fiducia, portando a un disimpegno emotivo e operativo, con un conseguente abbassamento della qualità del servizio offerto agli ospiti.
3. Erosione della fiducia e creazione di risentimento e frustrazione
Nel settore alberghiero, la trasparenza e la fiducia tra team e management sono fondamentali per mantenere un ambiente di lavoro sano e collaborativo. La Generazione Z apprezza un management trasparente e aperto. Il micromanagement può, invece, segnalare una mancanza di fiducia e generare risentimento. Questo porta non solo a problemi interpersonali, ma danneggia anche il morale del team, il che può riflettersi negativamente sul servizio offerto agli ospiti. Per evitare questo, è essenziale che i manager sviluppino una comunicazione chiara e aperta, creando un ambiente in cui ogni generazione si senta parte integrante del successo dell’azienda.
4. Conflitto tra feedback e controllo
I lavoratori della Generazione Z, ma anche altre generazioni più giovani, apprezzano il feedback costruttivo e regolare che permetta loro di crescere professionalmente. Tuttavia, è facile confondere il feedback con il controllo. In un settore dinamico come quello alberghiero, un confine troppo sfumato tra il voler fornire feedback e l'esercitare un controllo su ogni singolo dettaglio operativo può creare frustrazione e ansia nei dipendenti. Questo potrebbe ridurre la capacità del personale di sviluppare fiducia nel proprio lavoro e autonomia.
5. Aumento dello stress e ansia
Il micromanagement, come evidenziato, può generare un ambiente di lavoro ad alta pressione. Questo fenomeno è particolarmente critico nel settore alberghiero, dove i ritmi di lavoro sono già intensi e lo stress può derivare dall’interazione costante con i clienti. Se i lavoratori della Generazione Z, che sono già esposti a pressioni sociali ed economiche esterne, si trovano a dover affrontare un ambiente lavorativo opprimente, potrebbero sviluppare ansia e burnout, con effetti negativi sulla qualità del servizio e sull'immagine dell’hotel.
6. Riduzione nella volontà di assunzione di rischi
Nel settore alberghiero, la capacità di assumere rischi e di innovare è essenziale per affrontare le esigenze di un mercato in costante evoluzione. Tuttavia, le organizzazioni che adottano un approccio di micromanagement scoraggiano l’assunzione di rischi da parte dei dipendenti, poiché questi temono le ripercussioni di eventuali errori. Questo può impedire agli hotel di sperimentare nuove strategie di marketing, nuovi approcci al servizio clienti o persino nuove tecnologie operative, elementi cruciali per mantenere un vantaggio competitivo.
7. Ostacolo allo sviluppo professionale
Per i lavoratori della Generazione Z, il lavoro non è solo una fonte di guadagno economico, ma anche un mezzo per crescere e sviluppare le proprie competenze. Tuttavia, il micromanagement può limitare questa crescita, impedendo loro di affrontare nuove sfide o di sviluppare competenze trasversali fondamentali per il loro sviluppo professionale. In un settore come quello alberghiero, in cui l'esperienza e le competenze pratiche sono cruciali, impedire lo sviluppo professionale può portare a un alto turnover e a una perdita di talento per l’azienda.
8. Turnover elevato
Infine, il micromanagement può contribuire a tassi di turnover più elevati, specialmente tra i lavoratori più giovani. È meno probabile che la Generazione Z rimanga in un ambiente in cui si sente controllata o sottovalutata. Alti tassi di turnover possono essere estremamente costosi per le strutture alberghiere, non solo in termini di costi di recruiting e formazione, ma anche in termini di perdita di conoscenza e competenza accumulata.
La chiave per una gestione efficace di un team multigenerazionale nel settore alberghiero risiede nella capacità di bilanciare supervisione e autonomia, tenendo conto delle diverse esigenze di ogni generazione. La Generazione Z, in particolare, richiede un ambiente di lavoro che favorisca la trasparenza, la fiducia e la crescita personale e professionale. Per garantire il successo, è essenziale adottare strategie manageriali flessibili che valorizzino la creatività e l’innovazione, riducano lo stress e incentivino l’assunzione di rischi calcolati. Solo così sarà possibile creare un ambiente di lavoro armonioso e produttivo per tutte le generazioni coinvolte.
Roberto Necci
info@robertonecci.it
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