27/07/2024 - 27/07/2026
Negli ultimi anni, Roma ha assistito a una proliferazione di hotel a cinque stelle, con numerosi brand internazionali che hanno finalmente piantato la loro bandiera nella Città Eterna. Tuttavia, questo fenomeno di apertura di hotel di lusso si scontra con una realtà piuttosto paradossale: l'occupazione annua di queste strutture non supera mediamente il 65%, lasciando quasi metà delle stanze vuote durante l'anno.
Questo articolo si propone di analizzare le cause di questa discrepanza e le implicazioni economiche e strategiche che ne derivano.
La realtà dell'occupazione alberghiera a Roma
Sebbene il nome "Roma" mantenga un prestigio innegabile a livello mondiale, la città non riesce ad attrarre adeguatamente la clientela alto spendente. Roma non è percepita come una città "trendy" e, di conseguenza, non attira i nuovi ricchi come altre metropoli internazionali. I problemi cronici della capitale italiana, come il degrado urbano, i trasporti inefficienti e la percezione di scarsa sicurezza, continuano a minare l'attrattiva della città.
Il paradosso degli hotel di lusso
La crescita del settore degli hotel di lusso a Roma non è tanto guidata da un'effettiva domanda di mercato quanto da una strategia di brand. Per molti anni, l'assenza di grandi marchi internazionali a Roma era vista come una lacuna da colmare, nonostante la mancanza di una solida base economica per giustificare tali investimenti.
La pandemia di Covid-19 ha offerto un'opportunità unica: molte proprietà di prestigio sono state vendute a prezzi scontati, permettendo ai brand di ottenere una presenza nella città senza dover affrontare i costi elevati di acquisto o affitto pre-pandemia.
La convenienza del brand vs la sostenibilità economica
L'espansione degli hotel di lusso a Roma è spesso avvenuta attraverso formule di franchising o management, con i capitali provenienti da fondi di investimento piuttosto che da investitori internazionali. Questo approccio permette ai brand di completare la loro offerta globale, anche se i singoli asset non generano rendimenti elevati.
Chi scrive è stato coinvolto nell'analisi economica di diverse di queste iniziative, e i dati rivelano che i ritorni di investimento, ai valori di mercato attuali, sono improbabili e richiederebbero un arco temporale di 25-30 anni, un termine decisamente antistorico nel contesto economico moderno. Questo implica che le aspettative di rendimento e le richieste dei brand sono spesso incompatibili con la realtà economica locale.
La qualità del servizio e l'insoddisfazione della clientela
Dopo un'apertura in pompa magna, molti di questi hotel hanno visto un ridimensionamento significativo dei servizi offerti. Ciò ha deluso molti clienti che si aspettavano standard internazionali come nelle altre metropoli. Le difficoltà nella ricerca di personale qualificato e la mancanza di formazione adeguata completano un quadro già complesso. Va aggiunto che a prescindere dal brand le retribuzioni per le mansioni a contatto con la clientela, camerieri, baristi etc rimangono molto basse e questo alla lunga genera delusioni e ricerca di lavoro in altri settori.
I processi di terziarizzazione ( contratti di appalto per rifacimento camere e ristorazione ) allontanano ancor di più i giovani da questo comparto. A volte i contratti di appalto sono una necessità per le aziende, ma la mancanza di appeal nel lavoro è lo scotto da pagare.
La corsa all'apertura di hotel di lusso a Roma è guidata più dalla necessità dei brand di essere presenti in una città iconica che da una reale domanda di mercato. Questo fenomeno, combinato con i problemi strutturali della città, porta a una situazione in cui l'occupazione e i rendimenti economici degli hotel di lusso rimangono insoddisfacenti. Per attrarre veramente la clientela alto spendente, Roma deve affrontare le sue carenze infrastrutturali e migliorare il suo appeal complessivo come destinazione di lusso. Solo allora gli investimenti nel settore alberghiero di lusso potranno trovare una giustificazione economica sostenibile.