24/03/2024 - 24/03/2026
Si è svolto a Roma nel mese di marzo l'evento annuale "Fare Turismo", giunto alla sua 23ª edizione. Un'occasione attesa e che tuttavia ha fatto emergere una serie di problematiche irrisolte e un futuro incerto per il settore turistico italiano.
Stasi e mancanza di innovazione
Ho frequentato da anni l'evento "Fare Turismo", tuttavia, devo ammettere di non aver mai percepito un reale rinnovamento nella forma e nei contenuti; rinnovamento oltremodo necessario al nostro comparto. Nonostante la lunga tradizione dell'evento, ci si aspetterebbe un costante adattamento alle nuove sfide e opportunità del settore che, per continuare a vivere e prosperare, deve porre in atto una serie di azioni in totale discontinuità con il passato. Purtroppo, l'edizione di quest'anno non ha soddisfatto questa aspettativa, aggiungo purtroppo perchè a parere di chi scrive i tempi erano maturi per un cambio di rotta. Probabilmente presentare ai giovani ( quanti erano effettivamente interessati ? ) modelli professionali ed associativi fermi agli anni 90 non fa suscitare quelle emozioni e quell'interesse che oggi sono necessari. Lo stesso sito della manifestazione riporta alcune considerazioni sugli eventi passati; scorrendo infatti l'evento del 2007 si riporta testualmente la critica sui limiti che il turismo aveva in quegli anni
" Dopo il “Primo Incontro” nel 2006, le considerazioni scaturite in occasione del “Secondo Incontro” nel 2007, grazie al contributo scientifico del Centro Studi del Touring Club Italiano e alla qualificata partecipazione dei rappresentanti di 25 atenei e dei vertici nazionali di Confindustria Alberghi, Assotravel e Fiavet furono le seguenti:
– lo scarso orientamento all’utilizzo di laureati è dovuto alla dimensione delle strutture, alla loro gestione familiare, alla limitata presenza di forti gruppi e catene alberghiere;
– il sistema formativo rischia di dare troppe opzioni e poca pratica;
– occorre attentamente comunicare le reali prospettive di lavoro senza generare false aspettative;
– le pubbliche amministrazioni sono datate per procedure e competenze oltre che lontane dal mondo delle imprese;
– il sistema formativo già così frammentato è poco orientato al saper fare e la corsa all’alta formazione distoglie dall’attenzione che occorre sempre prestare alla cultura di base;
– il dialogo continua a essere carente tra mondo accademico e imprese "
Quanti di questi problemi possiamo considerare, a distanza di 15 anni risolti? Probabilmente nessuno.
Tuttavia la mancata risoluzione non compete certo ad una manifestazione che tuttavia da parte sua potrebbe proporre modelli, dialoghi, presentazioni e linguaggi meno autocelebrativi e più attraenti per chi nel turismo dovrà essere interessato a lavorarci.
Lavoro precario e retribuzioni basse
I dati emersi nel corso del Forum dei responsabili delle risorse umane sono allarmanti: il lavoro nel turismo è caratterizzato da irregolarità per il 70% dei lavoratori, con percentuali significative di impieghi part-time, a chiamata, precari e stagionali. Le retribuzioni sono notevolmente inferiori rispetto ad altri settori economici, con l'80% dei lavoratori inquadrati ai livelli più bassi dei Contratti Nazionali di Lavoro di settore. Questa situazione non solo danneggia i lavoratori, ma compromette anche la qualità complessiva dell'industria turistica e l'interesse che le nuove leve potranno avere nel settore. In sintesi siamo un settore che chiede molto, paga poco e non far fare carriera. Quanti consiglierebbero ad un famigliare l'ingresso a queste condizioni?
Mancanza di interesse dei giovani per il settore
Una delle sfide più grandi che il settore turistico italiano deve affrontare è l'assenza di interesse dei giovani per le opportunità di lavoro nel campo del turismo. Nonostante esistano molti giovani di valore, il turismo non sembra attrarli. Questo è un segnale allarmante che richiede azioni immediate e concrete per rendere il settore più attraente e sostenibile per le generazioni future. Probabilmente i punti evidenziati nel paragrafo precedente sono gli ostacoli aaffinchè si sviluppi un reale interesse.
Proposte di cambiamento e formazione
Durante l'evento, sono state presentate alcune proposte che per essere definite interessanti vanno giudicate " alla prova dei fatti ", del resto tutte le manifestazioni che da anni seguo si caratterizzano da proclami e sempre provenienti dalla parte politica che spesso, e non ne ho mai compreso la ragione, usa tali iniziative come vetrina. In anni di proclami infatti la credibilità del politico di turno, in occasione della solita " conferenza stampa " in occasione della fiera è venuta sempre scemando agli occhi di chi è impegnato nelle vere attività di impresa. Tornando ai proclami si è annunciata la creazione di una Direzione Generale della Formazione e delle Professioni Turistiche presso il Ministero del Turismo. Speriamo bene.
L'importanza dei dati e dell'osservatorio nazionale del turismo
Un altro punto chiave emerso durante l'evento è stata l'importanza dei dati e dell'istituzione di un Osservatorio Nazionale del Turismo. La disponibilità di dati affidabili e aggiornati è essenziale per orientare le decisioni politiche e gli investimenti nel settore turistico. Tuttavia, è necessario garantire che tali dati siano accessibili e utilizzabili da tutti gli attori del settore. Ad oggi la rilevazione dei dati è parziale ed incompleta e spesso senza un senso logico di rilevazione. In un " Think Tank " che coordino, abbiamo ospitato l'intervento di uno dei massimi esperti nel nostro Paese di rilevazione statistica dei dati, la sintesi dell'intervento: malgrado in Italia non manchino tali professionalità, il metodo di lavoro corretto è ben lontano da essere applicato.
Conclusioni
In conclusione, l'evento "Fare Turismo" offre un'occasione importante per riflettere sulle sfide e le opportunità del settore turistico italiano. Tuttavia, è evidente che sono necessari cambiamenti significativi per affrontare le criticità emerse durante il forum dei responsabili delle risorse umane. È urgente un'impostazione più innovativa e sostenibile, che ponga al centro la qualità del lavoro e l'attrattività del settore per le nuove generazioni. Solo così l'Italia potrà mantenere la sua posizione di primo piano nel panorama turistico internazionale.
Roberto Necci
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