04/02/2024 - 04/02/2025
La lettura del libro "La mia vita in massoneria" dell'ex Gran Maestro e filosofo Giuliano di Bernardo, è stato per me uno spunto di riflessione affascinante: un confronto tra le vicende narrate nell'opera e l'associazionismo di natura professionale che ho frequentato quasi un decennio fa, con la Presidenza di due associazioni professionali (manager d'albergo e professionisti del turismo con rappresentanze europee e mondiali).
Sebbene a prima vista sembri un parallelismo ardito, la lettura del libro rivela situazioni, spesso esilaranti, in cui la meschinità umana si svela senza filtri. Ci si rende conto che l'associazionismo professionale non è così distante dai fatti raccontati da Di Bernardo: lotte interne, invidie, sgambetti, malaffare e dicredito emergono come elementi comuni.
Pur professando nobili obiettivi, spesso si osserva che nelle comunioni di persone si mettono in atto meschinità e nefandezze, con l'organizzazione utilizzata esclusivamente per ottenere vantaggi personali o, come spesso accade , per avere una sorta di accreditamento sociale che tuttavia rimane tutto da dimostrare.
Un aspetto chiave è la mancanza di ricambio, una caratteristica evidente anche nell'esperienza da ex Presidente delle associazioni professionali ( che non vanno confuse con le asssociazioni datoriali che hanno ben altro ruolo e rappresentanza ); uno dei primi dati che balzò ai miei occhi fu ad esempio il fatto che nel corso degli anni tanti nuovi iscritti erano entrati ed alla stessa velocità erano fuoriusciti, lasciando il saldo sempre uguale e caratterizzato sempre dagli stessi nomi.
Il paragone con le logge massoniche emerge in modo sorprendente: un blocco coeso di individui per i quali l'associazione diventa la ragione di vita. La dinamica di mantenere il potere a tutti i costi, le infiltrazioni di personaggi discutibili, e l'assenza di ricambio sono tratti comuni che emergono tanto nella massoneria quanto nell'associazionismo professionale.
Sono fuori da questi ambienti da circa un decennio, impegnato da anni in altro, ma da distratto osservatore i fatti raccontati dall'autore sono gli stessi del presente di alcune associazioni.
L'autore Di Bernardo, con la sua testimonianza di logge frequentate da individui impresentabili e trascorsi professionali oscuri, offre uno sguardo utile anche a comprendere gli ambienti associativi. La costante tendenza a "parlarsi addosso", la fuga dei giovani e delle risorse più capaci diventano un sintomo inequivocabile di un lustro che avrebbe dovuto essere ma che in realtà è rimasto esclusivamente teorico.
In conclusione, molti dovrebbero cogliere l'opportunità di leggere il libro di Giuliano di Bernardo, poiché offre uno sguardo critico e illuminante su dinamiche che potrebbero sorprendere chiunque si occupi, anche oggi, di associazionismo professionale.
Roberto Necci
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