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Il 57 ° rapporto del CENSIS sulla situazione sociale del nostro Paese

03/12/2023 - 03/12/2025

È il momento dei desideri minori: non più uno stile di vita incentrato sulla corsa sfrenata verso un consumo sempre maggiore come via preferita per garantirsi agio, ma una ricerca più tranquilla nel quotidiano di piccoli piaceri che possano garantire un po’ di benessere - magari temporaneo e reversibile - in un mondo che viene considerato ostile.

 

Una ostilità che fa ripiegare le persone sul presente, essendo spaventate dal futuro.

 

Queste sono le premesse del 57 ° rapporto del CENSIS sulla situazione sociale del nostro Paese

 

Il progressivo consumo non è più la forza trainante che spinge gli italiani a lavorare di più per generare più reddito da spendere. In altre parole, non sono più presenti i “furore eroici” dell’epoca passata, perché il cambiamento nel rapporto con il tempo e la ridefinizione dei valori hanno portato all’individuazione di nuovi desideri a bassa intensità, che finiscono per smorzare il ciclo della produzione e quindi del maggior lavoro.

 

Il 74,8% dei lavoratori oggi dichiara esplicitamente di non voler lavorare di più per consumare di più, e non ha intenzione di farsi guidare dal consumismo come in passato. Il lavoro sembra aver perso il suo significato più profondo come punto di riferimento identitario, fulcro centrale della vita, misura del successo personale e dell’affermazione sociale, oltre che mezzo di gratificazione economica.

 

Per l’87,3% degli occupati, fare del lavoro il centro della propria vita sarebbe un errore.

 

Si tratta di una nuova e contemporanea forma del tradizionale desiderio di autonomia individuale, che ora si muove verso il benessere personale, inteso soggettivamente, nella convinzione che questo sia il modo migliore per raggiungere una migliore qualità della vita.

 

Non si tratta di rifiutare il lavoro in sé, ma di declassarlo nella gerarchia dei valori personali.

 

Non sorprende, quindi, che il 62,1% degli italiani senta il desiderio quotidiano di dedicare del tempo a se stessi per combattere l’ansia e lo stress, o che un grande 94,7% consideri centrale la felicità nelle piccole cose di tutti i giorni, come il tempo libero, gli hobby, le passioni personali. Rispetto al passato, l’81,0% degli italiani presta molta più attenzione alla gestione dello stress e alle relazioni interpersonali, che sono i pilastri del benessere psicofisico personale.


Perché questa nuova gerarchia di valori emerge proprio ora? Non si tratta di semplici mode passeggere o attitudini generazionali. Certamente, le successive emergenze hanno amplificato il senso di vulnerabilità individuale, portando a una riconsiderazione diffusa del significato della vita e delle cose importanti a cui dedicare le proprie energie.

 

Il CENSIS nel suo rapporto indica anche alcune motivazioni tra cui la diminuzione della redditività degli investimenti sociali - dall’istruzione al lavoro - che ha portato a un ritiro sul presente. Quanto vale in termini economicio una Laurea oggi? Quano vengono apprezzati anni di studio e dedizione?

 

Non sono processi figli dell'era post Covid quanto piuttosto consolidati nel tempo che hanno portato ad un atteggiamento decisamente diverso delle persone, a prescindere dall'età.

 

Roberto Necci

info@robertonecci.it 

 

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