05/06/2023 - 05/06/2025
La locuzione "credit crunch" è un termine inglese che può essere tradotto come "stretta creditizia".
Si riferisce a una situazione in cui le istituzioni finanziarie, principalmente le banche, riducono drasticamente la disponibilità di credito e diventano più restrittive nella concessione di prestiti a privati ed imprese.
In funzione della gravità della crisi del credito le banche possono diventare più esigenti nei confronti dei criteri di prestito, aumentare i tassi di interesse o addirittura smettere del tutto di erogare finanziamenti come già avvenuto nel 2009 all'apice della crisi post fallimento Lehman Brothers.
Questi periodi comportano rallentamenti economici e difficoltà finanziarie per molti, si rallentano i consumi, gli investimenti e portano l'economia in stagnazione. Per le aziende un Credit Crunch può significare un aumento dei fallimenti con conseguente impatto anche sulle banche e sui loro bilanci.
La domanda che circola con sempre maggiore insistenza negli ambienti economici è se oggi siamo alla vigilia di una nuova stretta creditizia sopratutto per le PMI che rappresentano il vero traino dell'economia.
Abbiamo già trattato nell'articolo Le difficoltà dell'economia italiana quali sono gli impedimenti per la crescita del nostro Paese ed in generale è stata evidenziata una certa fragilità del settore bancario.
Negli ultimi anni le banche sono state aiutate molto con forti immissioni di liquidità nonchè di offerta di garanzie da parte dello Stato; il tutto si è reso necessario per sostenere l'economia nel periodo Covid.
La fine dell'emergenza, almeno sanitaria, ha riportato ad una normalizzazione del settore finanziario, purtroppo alcuni accadimenti tra cui la guerra in Ucraina, l'aumento del costo delle materie prime e dei tassi di interesse hanno creato nuove incertezze nei sistemi economici.
E' innegabile inoltre che gli anni della pandemia abbiano segnato fortemente i bilanci delle aziende, proprio quelli che debbono essere valutati dalle banche per la concessione di nuovo credito.
L'Italia non può permettersi una nuova stretta creditiiza perchè la sua economia è già attanagliata dalla problematica della bassa crescita e della minore produttività rispetto ai competitors europei, nell'agenda di governo questo tema non può non essere messo nelle priorità.
Tuttavia anche le aziende debbono fare la loro parte dotandosi di sistemi di controllo maggiormente sofisticati, strutture manageriali e proprietarie in grado di far competere l'azienda nei mercati anche internazionali.
Viene richiesta sostanzialmente una evoluzione del capitalismo nonchè della cultura di impresa, consci che le caratteristiche produttive del nostro Paese sono probabilmente uniche al mondo.
Roberto Necci
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